I gioielli nel Medioevo: i Longobardi
Quando si parla di Medioevo, si fa riferimento ad un periodo che, convenzionalmente, ha il suo inizio con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, avvenuta nel 476 d.C. (dopo la defezione di Romolo Augusto da parte del generale barbaro Odoacre) e la sua fine nel 1492, con la scoperta del continente americano (il cosiddetto “Nuovo Mondo”), che diede invece inizio all’epoca moderna.
Immagine 1: Solido di Romolo Augusto, celebrante le vittorie militari degli Augusti
La fine dell’Impero Romano d’Occidente portò perciò all’inizio di una nuova e inedita parte della storia, caratterizzata dall’incontro (quasi mai pacifico), e dalla successiva unione, del mondo romano con quello barbarico: in questo periodo ebbe infatti inizio il periodo delle cosiddette “invasioni barbariche”, avvenute all’interno dei territori dell’Impero Romano; si tratta, questi, di fenomeni che esistevano oramai già da molto tempo, ma è solo in questa fase della storia che essi si intensificarono fino a raggiungere il loro apice.
Tutta questa serie di eventi e di sviluppi è chiaro che portò a numerosi cambiamenti e trasformazioni; è facile pensare a modifiche riguardanti la società, la politica, la religione, l’economia, e così via ma, forse, è meno immediato pensare a trasformazioni riguardanti anche elementi utilizzati da una parte della popolazione, quella più ricca; accessori che potessero abbellire l’aspetto di una persona, ma non solo, anche fungere da indicatori sociali, e da strumenti utili a rappresentare e inviare messaggi (l’appartenenza ad uno schieramento politico, ad una determinata famiglia, la fedeltà a un re, a un signore, il proprio credo religioso, e così via): parliamo dei gioielli.
L’integrazione tra mondo romano e barbarico ebbe perciò conseguenze anche per questi preziosi oggetti, il cui uso (perlomeno di quelli più preziosi e costosia) era limitato ad una piccolissima parte della società: re, mogli di re, duchi, conti, ecclesiastici dei ranghi più elevati, laici particolarmente ricchi, e via dicendo.
È proprio durante il periodo dei regni romano-barbarici che la produzione di gioielli raggiunse i suoi migliori risultati: tale successo si ebbe solo con il compromesso nato tra l’arte primitiva dei barbari e le correnti classiche e bizantine, unione che portò ad una serie di importanti e inevitabili innovazioni.
Di particolare interesse, per l’area italiana, è il risultato raggiunto in questo campo dai Longobardi: questa popolazione, proveniente dalla Pannonia, si stanziò in Italia verso la fine del VI secolo d.C. (568 d.C. – anno della prima invasione longobarda in territorio italiano); essendo un popolo nomade, avevano una ricca e sofisticata tradizione nell’ambito della produzione di questi beni di lusso.
Immagine 2: L'Italia longobarda tra il VI e l'VIII secolo d.C.
Già prima della discesa in Italia, la principale espressione artistica dei Longobardi era legata all’arte orafa, e fonde le originali tradizioni germaniche con influenze tardo-romane. Queste ultime furono acquisite in seguito al loro stanziamento all’interno della provincia romana della Pannonia (avvenuto verso la fine del V secolo d.C.), dove trovarono una proficua alleanza con i Romani, e dai quali furono in grado anche di acquisire importanti conoscenze sull’arte di produrre gioielli.
Risalgono al periodo dell’insediamento italiano le crocette in lamina d’oro sbalzate, usate come applicazioni sull’abbigliamento che, negli esemplari più antichi, presentano figure di animali stilizzati ma riconoscibili, mentre in seguito sono caratterizzate da decorazioni vegetali, particolarmente intricate e complesse, intersecate da figure zoomorfe.
Immagine 3: Crocette sbalzate in lamina d'oro longobarde, Museo civico archeologico di Bergamo (Autore: Giorces)
Durante il VII secolo, di pari passo con l’intensificarsi della cristianizzazione dei Longobardi, le crocette presero sempre più il posto delle monete bratteate di ascendenza germanica, ampiamente diffuse come amuleti. Le croci che quindi le sostituirono mantennero lo stesso valore propiziatorio, così come quello devozionale cristiano. Nonostante ciò, è comunque possibile notare un certo mantenimento di antichi elementi ornamentali provenienti dalla mitologia pagana (segno del passaggio dal paganesimo al cristianesimo).
Nel VII secolo continuò la produzione di croci di lamina d’oro sbalzate, alle quali si aggiunsero anche i primi esempi di monetazione e alcuni anelli-sigillo, con forme di testine umane e lettere latine.
Altre tipologie di gioielli lavorati sono orecchini, guarnizioni da fodero in lamina d’oro lavorata a giorno degli scramasax (la tipica spada longobarda, corta e dritta a un solo taglio), guarnizioni di sella, piatti di legatura e reliquiari.
Immagine 4: Orecchini pendenti, VII secolo d.C., Roma, Museo Nazionale dell'Altomedioevo
La dominazione del popolo longobardo nella penisola italiana ebbe fine con l’arrivo dei Franchi, guidati dal re Carlo Magno (allora non ancora imperatore), nel 774 d.C.: tutto il Settentrione dell’Italia fu conquistato, insieme a gran parte del centro e del sud Italia (bisogna infatti escludere alcuni territori rimasti in mano ai Longobardi e i territori appartenenti alla Chiesa), e il regno longobardo divenne parte integrante del regno dei Franchi, da allora, anch’esso, sotto la guida del grande Carlo Magno, di lì a poco primo Imperatore dopo l’età romana.